l vino Chianti è tra i prodotti tipici toscani più conosciuti ed amati nel mondo.

Per i toscani è un po’ come fosse un secondo sangue: rosso rubino, profumato e “leggermente” alcolico.
Il Chianti è sinonimo di casa. Sono dodici gradi di puro amore, un legame, quello tra le colline toscane e il famoso vino che dura da secoli.

L’origine del nome non è sicura, le ipotesi sono tre: che derivi dal termine latino “clangor” che significa rumore, per indicare le tante battute di caccia ch, e si tenevano nella zona, oppure deriverebbe dall’etrusco “clante”, nome di famiglie etrusche che vivevano nella zona o sempre da “clante” ma con il significato di acqua di cui la zona è sempre stata ricca.

Pur avendo origini etrusche, i primi documenti in cui si parla di Chianti come denominazione, sia di zona di produzione che di vino, risalgono al XIII secolo con la “Lega del Chianti” costituita a Firenze per amministrare i rapporti tra Radda, Gaiole e Castellina dove veniva prodotto  un vino a base Sangiovese.

L’insegna di questa lega era un Gallo Nero in campo dorato, e questo simbolo è divenuto l’emblema del Consorzio del Vino Chianti Classico; una delle associazioni di tutela del Chianti. Nel 1398 in un documento notarile il nome Chianti viene usato per fare riferimento al vino prodotto in questa zona. Circa 300 anni dopo le esportazioni del vino, soprattutto in Inghilterra non erano più occasionali. Il Chianti stava conquistando l’Europa.
chianti gallo nero
Il Granduca Cosimo III de’ Medici, il 24 settembre 1716, emanò il “Bando sopra la Dichiarazione dé Confini delle Quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra”, nel quale venivano indicati i confini delle zone entro le quali potevano essere prodotti i vini citati (una vera e propria anticipazione del concetto di Denominazione di Origine Controllata), ed anche un Decreto che istituiva un organo di controllo sulla produzione del vino per prevenire frodi durante la produzione e la spedizione.

Ferdinando III di Toscana successivamente creò la provincia del Chianti costituita dalle comunità di Radda, Gaiole e Castellina.

Vista la grande richiesta di vino, nel 1932, il Governo italiano decise di ampliare la zona di produzione del Chianti. Questo nuovo territorio venne diviso in sette sottozone: Classico, Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Colli Senesi, Montalbano e Rùfina. Nel 1967 venne fatto un ulteriore ampliamento che portò ai confini odierni. Nel 1996 viene costituita la sottozona Montespertoli ricadente tutta nel territorio dell’omonimo comune in Provincia di Firenze.

Il famoso vino veniva quindi “imitato” in altre parti della toscana ciò rese necessario creare un organo che potesse tutelare la sua origine e gusto: il 14 maggio 1924 un gruppo di 33 produttori diede vita al Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca di origine. E nel 1932 il Chianti  Classico divenne il marchio, o meglio il nome, del vino e dei vigneti in cui originariamente nacque il “nettare di vino”.

Nel ‘700 il Chianti veniva prodotto utilizzando  solo il Sangiovese; nell’ Ottocento furono sperimentate diverse miscele, ma quella indicata dal Barone Bettino Ricasoli, nel 1840, diventò la più usata: 70% di Sangioveto, 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia. Negli ultimi anni si usa solo Sangiovese con una piccola quantità di Merlot o Cabernet Sauvignon.

Il vino può ambire alla qualifica di riserva dopo due anni di invecchiamento e se il suo volume alcolico minimo corrisponde a 12 gradi.

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